Nel caleidoscopio contemporaneo si affastellano immagini ad alta intensità e definizione, così ben congeniale e mirate da creare, nella loro ossessionante sovrapposizione, una confusione di simboli ed un rinviare continuo di giochi per adulti mal cresciuti e bambini che adulti, consapevoli, sono destinati a non diventarli mai. Qua l'ossessione è pianificata, indagata attraverso disegni apparentemente immobili, dove significato e significante hanno la presunzione di convivere, il testo è dunque metafora, allusiva e irriverente, di un mondo di incubi perduti, sovente fraintesi da una contemporaneità, se non distratta, individualmente vissuta come dramma impertinente e distante, nel tempo e nello spazio, qua, in poche righe e molti tratti si descrive il dramma del conflitto, il buco nero delle risposte dalla arcana memoria riproposte nelle insonnie della macchina gelidamente infernale, onnipresente fin dall'alba di quei giorni e i nostri giorni abissali, immersi nella virtualità.
