Nel quarto e ultimo numero di Bone Machine, serie creata da Diego Cortés e Nicolás Brondo, continuano le avventure del cacciatore di libri più folle e brutale della storia.

Il protagonista si muove in un mondo sull'orlo del baratro a cavallo tra passato e futuro, dove immense e antiche strutture coesistono insieme a tecnologie fantascientifiche che strizzano l'occhio al genere steampunk.

In questo strano ma efficace connubio di influenze, Bone Machine è impegnato nella ricerca spasmodica di uno scrittore, missione all'apparenza semplice ma che in realtà nasconde moltissime insidie.

Il futuro apocalittico immaginato da Cortés descrive una società che ha perso ogni barlume di civiltà sposando l'idea secondo cui la violenza è la chiave per risolvere ogni cosa.
L'unica possibile ancora di salvezza è quella legata ai libri e, più in generale, alla letteratura dato che gli scrittori sono considerati quasi come delle divinità in grado, grazie alle loro storie, di risvegliare gli animi assopiti delle persone.

Bone Machine e la sua compagna però non sembrano badare più di tanto a determinate questioni, dato che la loro priorità è quella di fare molti soldi in poco tempo.
Il tratto di Nicolás Brondo, sgraziato ma funzionale per il tipo di storia raccontata, risulta efficace soprattutto nelle scene d'azione dimostrando una leggera vicinanza allo stile di artisti come Paul Pope.

Bone Machine è in definitiva una serie stravagante in grado di riadattare e mescolare varie influenze riuscendo comunque a ritagliarsi un'identità ben definita, pescando a piene mani da vari concetti visti in opere cinematografiche come Doomsday e The Book of Eli.

Andrea Stella